Mentre in Italia si lotta per mantenere la caccia a gennaio, oltre le
Alpi, in Francia si parla di di prorogare a febbraio la caccia alle oche
migratrici, che chiude al 31 gennaio.

 

 

Nella sua richiesta, avanzata al
ministero dell'Ambiente francese, la FNC (Federazione Nazionale dei
Cacciatori) denuncia come ogni anno nelle vicine Belgio e Olanda, con
l'aiuto dei fondi europei, vengano distrutti migliaia di esemplari (con
mezzi discutibili come la gassificazione e la distruzione delle uova),
perchè arrecano danni alle coltivazioni e mettono in pericolo il volo
degli aerei.

Il tutto con il benestare di associazioni ambientaliste e istituzioni
europee. Le grandi ONG protezioniste, così come la Commissione e la Corte
di Giustizia europea secondo la FNC si dimostrano severe nei confronti
della caccia, ma allo stesso tempo inspiegabilmente, rimangono
indifferenti alle campagne di sterminio intraprese in contrasto con le
disposizioni della direttiva Uccelli. Alla luce di questa realtà i
cacciatori francesi non capiscono per quale motivo non possano cacciare le
oche anche nel mese di febbraio, visto che in questo modo concorrerebbero
alla riduzione dell'impatto negativo di questi uccelli nelle nazioni
vicine.

La questione non è nuova. Già nel 2009 Anuu Migratoristi riferiva i dati
relativi ad una missione parlamentare francese in Olanda per raccogliere
informazioni su questa pratica. “Nella campagna di controllo
autunno-inverno 2007/2008 – riferiva Anuu - sono stati abbattuti 109.000
uccelli (dati ufficiali del Ministero dell’Agricoltura olandese), dei
quali 43.000 oche selvatiche, 40.000 oche lombardelle e 22.000 fischioni”.
A questi numeri si aggiungerebbero decine di migliaia di soggetti
abbattuti dal 1° aprile al 30 settembre attraverso metodi più che
discutibili “arma da fuoco (a 5 Euro di premio per oca abbattuta);
eliminazione/sterilizzazione delle uova (rompendole, scuotendole,
ricoprendole con olio di mais); catture di oche in muta, quindi incapaci
di volare, poi uccise a bastonate o con gas; reclusione dei giovani inetti
al volo in aree non coltivate, che muoiono per fame”.

“Pratiche senza dubbio offensive della sensibilità di chiunque – diceva
nel 2009 Anuu - tranne, a quanto pare, di chi le dispone (e delle
associazioni locali di protezione della natura, che nulla obiettano)


perseverando in tali scelte piuttosto che consentire un normale controllo
aggiuntivo di queste specie attraverso la caccia. I francesi ovviamente
sono rimasti esterrefatti, anche in considerazione del fatto che da loro
la caccia alle oche chiude al 31 gennaio, mentre in Olanda le distruggono
allegramente tutto l’anno: ma ciò che conta è che non le si cacci!”.