TORTORA. DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE UNA POSIZIONE AMBIGUA E CONTRADDITTORIA
Così la Federazione Italiana della caccia si esprime sulla lettera inviata dal MATTM per invitare Regioni e Province Autonome a non autorizzare la pre apertura alla tortora selvatica, sostenendo nello stesso tempo la sostenibilità della stessa
Con una comunicazione datata 3 luglio indirizzata agli Uffici caccia, al Ministero delle Politiche Agricole e all’Ispra, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare richiama gli stessi “ad una rigorosa attuazione delle più idonee misure di gestione per quanto riguarda in particolare l’attività venatoria sulla tortora selvatica (Streptopeliaturtur), evitando di autorizzare la preapertura della caccia della specie”.
Ai Direttori delle Riserve di Caccia del Friuli Venezia Giulia ed ai Soci Federcaccia
Come saprete in data odierna entrerà in vigore il Regolamento Generale sulla Protezione dei dati ("RGPD" o "GDPR - General Data Protection Regulation") - UE/2016/679 – che sostituirà l'attuale direttiva UE sulla protezione dei dati (95/46/CE). Le novità introdotte dal nuovo GDPR hanno l'obiettivo di aumentare il livello di sicurezza sulla tutela dei dati personali delle persone fisiche ("interessati") e offrire una maggiore trasparenza sulle modalità di raccolta/utilizzo dei dati stessi.
A chi è rivolto?
CONSIGLIO DEI MINISTRI – 11 MAGGIO 2018 (DURATA PORTO ARMI ridotta a 5 anni)
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, venerdì 11 maggio 2018, alle ore 11.16 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. Segretario la Sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi.
ATTUAZIONE DI NORME EUROPEE
Acquisizione e detenzione di armi Attuazione della direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi (decreto legislativo – esame preliminare) Il Consiglio dei Ministri,
È stato reso noto questa mattina, 31 ottobre 2017, il nuovo dispositivo del Ministero della Salute che modifica quanto vigente fino ad oggi in materia di impiego di richiami vivi per la caccia agli acquatici. Questi sono riammessi all’uso, con le consuete regole già note, nelle regioni non segnalate nell’allegato IV.
Purtroppo verifichiamo un aumento delle zone a rischio rispetto a quanto presente nella disposizione del 30 marzo che le aveva identificate. Questo significa che alcune regioni, precedentemente segnalate solo in parte, sono oggi comprese totalmente nelle aree a divieto. Si tratta di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, Friuli, oltre naturalmente al Veneto e all’Umbria, che erano già totalmente inserite nelle aree a rischio.
Federcaccia trova difficile condividere le linee che hanno portato a questa ulteriore limitazione e si adopererà sin dai prossimi giorni per un chiarimento e auspicabilmente una modifica della Disposizione che senza ledere il superiore interesse della salute pubblica e delle attività economiche coinvolte, ne renda meno gravose possibili le conseguenze per i cacciatori.
È stato reso noto questa mattina, 31 ottobre 2017, il nuovo dispositivo del Ministero della Salute che modifica quanto vigente fino ad oggi in materia di impiego di richiami vivi per la caccia agli acquatici. Questi sono riammessi all’uso, con le consuete regole già note, nelle regioni non segnalate nell’allegato IV.
Purtroppo verifichiamo un aumento delle zone a rischio rispetto a quanto presente nella disposizione del 30 marzo che le aveva identificate. Questo significa che alcune regioni, precedentemente segnalate solo in parte, sono oggi comprese totalmente nelle aree a divieto. Si tratta di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, Friuli, oltre naturalmente al Veneto e all’Umbria, che erano già totalmente inserite nelle aree a rischio.
Federcaccia trova difficile condividere le linee che hanno portato a questa ulteriore limitazione e si adopererà sin dai prossimi giorni per un chiarimento e auspicabilmente una modifica della Disposizione che senza ledere il superiore interesse della salute pubblica e delle attività economiche coinvolte, ne renda meno gravose possibili le conseguenze per i cacciatori.
Dopo le innumerevoli vicissitudini giudiziarie su questo delicato argomento, spesso di senso opposto, una nuova circolare del Ministero dell'Interno rettifica la precedente posizione che ordinava il perentorio diniego del Porto d'armi a chiunque avesse subito condanne per determinati reati (di cui all'articolo 43 del Tulps), anche in caso di
Leggi tutto: Diniego al rilascio del porto d'armi: il Ministero cambia idea.