A tutti i cacciatori

Vi comunico che in data 06 ottobre 2014 il Progetto di Piano Faunistico ha avuto, a maggioranza, il parere favorevole del Comitato e di qui a breve tempo sarà portato per l’approvazione definitiva in seno alla Giunta Regionale.

Ironia della sorte ha voluto che quel documento fortemente penalizzante per il mondo venatorio passasse con il voto di quegli stessi componenti che l’avevano qualificato come “inadeguato”. Si è preferito perseguire una politica dell’immagine piuttosto che quella della responsabilità e dell’efficienza.

Il PFR è lungo e complesso e per semplificare a tutti Voi la comprensione di quanto è accaduto mi limiterò a trascrivere, in via meramente esemplificativa, alcune delle tante assurdità che sono prevalse sulla ragionevolezza.

“Prontacaccia”

Capitolo 10.2.1 “…..nel limite del 40% del territorio relativamente alle RDC della Zona di Pianura e del 20% del territorio nelle RDC della ZFA (Zona Faunistica)….durante la stagione venatoria….sono escluse le riduzioni delle immissioni della specie fagiano comune, ove le riserve di caccia provvedano a dare attuazione, anche alternativamente, ad almeno una delle seguenti misure….sospensione della caccia alla femmina…immissione annuale di un numero di 35 capi/100…immissioni in ripopolamento di un numero di soggetti almeno pari al numero destinato alle immissioni prontacaccia di cui almeno il 50% di sesso femminile .” (vi segnalo la locuzione “sono escluse riduzioni”; ciò significa che solo sul 40% della riserva sarà possibile rilasciare il prontacaccia in un numero di esemplari che nonostante le formule alternative non superi quanto consentito nella attuale annata venatoria)

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Caccia con il segugio e zone di eradicazione al cinghiale

“7.4.1.1.2.2. Zona di rimozione del cinghiale…”tenuto conto delle densità obiettivo definite dal presente Piano faunistico regionale nonché della necessità di limitare al massimo la possibilità di danni alle attività antropiche, in particolare agricolo-imprenditoriali nonché di ridurre i sinistri, in particolare di veicoli, con fauna selvatica, stanti le responsabilità della Regione discendenti dall’articolo 2043 del codice civile, è necessario individuare le attività gestionali più adeguate alla rimozione della specie”…”la caccia tradizionale è da considerarsi, in tali zone, come metodologia di caccia non idonea al conseguimento degli obiettivi gestionali

Inattendibilità delle consistenze obiettivo N.O.

Capitolo 8 pag.1 “la qualità delle informazioni disponibili al tempo della redazione della proposta di PFR (in particolare gli strati informativi relativi alle tipologie di habitat presenti) utilizzati per lo sviluppo dei modelli, ha permesso di giungere a valori di NO sufficientemente attendibili a scala regionale e distrettuale (con qualche eccezione), ma ha limitato il valore predittivo del modello a livello di singolo istituto di gestione. Ciò è risultato particolarmente evidente analizzando i dati recenti di specie (ad esempio il cervo) in fase di espansione. Sulla base di queste considerazioni il confronto dei dati attuali rispetto alle previsioni di NO della proposta di PFR è stato considerato criticamente per una verifica oggettiva della reale attendibilità del modello utilizzato”.

Commissariamento e revoca del territorio alla Riserva di Caccia

Capitolo 11 pagg.3 e 4 “la revoca totale o parziale del provvedimento di concessione del prelievo di fauna previsto dal PVD (art. 13, comma 7, LR 6/2008) e la sospensione e la limitazione dell’attività venatoria nei territori interessati (art. 21, commi 2 e 4, LR 6/2008).La revoca è un provvedimento adottabile nei casi in cui sia verificata una gestione che contrasta con gli obiettivi del PFR o del PVD, con le prescrizioni del provvedimento di adozione del PVD o con la tutela della fauna nei casi di seguito elencati: 1. sforamento, di cui al paragrafo 14.7.1, dei piani di prelievo (ad esclusione del Cinghiale) superiore al 10% di quanto concesso; 2. superamento del piano di prelievo concesso dei Galliformi alpini e della Starna; 3. decremento sensibile della popolazione, anche se a livelli non inferiori della consistenza obiettivo; 4. densità effettiva della popolazione pre-riproduttiva di lepre inferiore a 5 soggetti/100 ettari (in territori di pianura); 5. densità della popolazione di lepre inferiore al valore obiettivo e nel breve periodo (2-3 anni) non incrementa; 6. densità effettiva molto inferiore a quella obiettivo (indicativamente inferiore al 50% dell’obiettivo stesso).La revoca è adottabile anche nel caso in cui gli istituti di gestione venatoria non perseguano le finalità loro proprie, come stabilito dalla legge regionale e dagli statuti delle associazioni

Limitazioni alla caccia di selezione al capriolo

Capitolo 12.2.1 “…..sono previste restrizioni dei periodi sopra riportati finalizzati a ridurre possibili interferenze nel periodo riproduttivo (15 luglio – 15 agosto), posticipi del prelievo dei maschi, delle femmine e dei piccoli a seconda della “distanza” dagli obiettivi faunistici…”

Limitazioni alla caccia al Cervo

Capitolo 14.7.2.2 “…un ulteriore provvedimento finalizzato a migliorare lo status delle popolazioni è rappresentato dal divieto di abbattimento della specie nel periodo del bramito, dal 15 settembre al 10 ottobre…”

Gare cinofile

Capitolo 13.3.4 “Tenuto conto della situazione faunistica generale e degli effetti che l’attività cinofila agonistica procura alla fauna selvatica soprattutto nei periodi in cui la fauna è maggiormente interessata alla riproduzione e all’allevamento della prole, le prove e gare cinofile sono autorizzate secondo le indicazioni di seguito schematizzate: cani da ferma su Quaglia comune (Coturnix coturnix) tutto l’anno; cani da ferma su Fagiano comune, Starna da agosto a febbraio; cane da ferma su Beccaccia a Marzo; cane da ferma su Galliformi Alpini a Settembre; Cani da seguita Lepre europea Cinghiale 15 agosto 15 gennaio Capriolo 1 settembre 30 novembre; Cani da traccia tutto l’anno

Come si fanno i censimenti

Capitolo 7 pag.4 “…Dal punto di vista strettamente operativo è necessario dotarsi di binocolo e di proiettore con lampada di potenza pari ad almeno un milione di candele o di 55 Watt, alimentato con la corrente a 12 volt (quelli con accumulatore hanno solitamente durata insufficiente). Il fascio luminoso deve essere mantenuto di norma perpendicolare alla direzione di marcia. È preferibile scegliere tragitti contenuti (indicativamente inferiore a 20 km), utilizzare un unico faro, illuminando solo da un lato e conteggiando solo gli esemplari avvistati su quel lato. Nel caso in cui la visibilità fosse impedita da ostacoli (recinzioni, bosco, siepi, abitazioni, piano di campagna rialzato, fondi coltivati con superficie convessa “a dorso di mulo”, etc.) allora è possibile illuminare dal lato opposto, e conteggiare le lepri avvistate. Al fine di conoscere la superficie dell’area effettivamente illuminata è opportuno conoscerne la lunghezza complessiva del percorso illuminato e la larghezza media, ovvero la profondità media del fascio luminoso…”.

Udine 06 ottobre 2014

                                                                                         Avv.Paolo Viezzi

                                                                                  Rappresentante F.A.C.E.